Il Recupero dell’Anima è una cerimonia tradizionale diffusa su tutto il territorio messicano fin dall’epoca preispanica. E’ un trattamento individuale che aiuta a ritrovare felicità, allegria ed entusiasmo verso la vita, recuperando quella parte di sé che si è persa a seguito di un”susto”, un forte spavento che può essere stato provocato da una gran varietà di eventi come: scorgere d’improvviso l’ombra di una bestia, essere sorpresi da un fulmine, da un terremoto, uragano, alluvione, o assistere o essere parte di una discussione violenta- molto comune nei bambini vittime della violenza domestica-, rischio di annegamento, caduta da un precipizio); un incidente traumatico (stradale o aereo, un assalto, una rapina, una violenza inaspettata); abusi, violenze fisiche e psicologiche; la morte improvvisa di una persona molto cara. Sono tutti episodi che catturano l’anima, lo spirito, e la trattengono nel luogo e nel momento in cui è avvenuto l’accaduto impedendo al corpo fisico di riprendersi ritrovando quindi il giusto equilibrio e l’armonia precedente.
In Messico si dice che “lo agarra la tierrita, la sombra se queda” (lo prende la terra, l’ombra rimane là). “E’ LA PERDITA DELL’ANIMA”. I sintomi del “susto” si possono manifestare nell’immediato o dopo un lungo periodo, anche dopo anni, ciò impedisce a volte di ricostruire la causa del malessere. La persona che ha perso l’anima può soffrire di forti emicranie, gonfiore nel corpo, insonnia, stanchezza e spossatezza continue, inappetenza, tremori, palpiti e tachicardia, senso di svenimento o giramenti di testa, tristezza e afasia, aumento della sudorazione, dimagrimento, dolore alle articolazioni, mancanza di entusiasmo, abbandono di progetti, sguardo assente o perso. Lo stato fisico e psichico del soggetto sono compromessi così come lo svolgimento delle normali attività quotidiane che diventano faticose e difficili.
La cerimonia, che varia a seconda delle tradizioni indigene (zapoteca, nahua, purepecha, tsotsil, ecc…), aiuta a ristabilire l’equilibrio nella persona colpita, a riunirla alla sua dimensione spirituale tramite l’uso delle “sobadas” (massaggi), piante, copal, della musica, dei canti e le preghiere alle divinità dell’acqua e del fuoco (Atlachinolli). Chi cura diventa ponte fisico delle due dimensioni accompagnando “el enfermo de susto” verso il ritrovo della sua enterezza ed integrità.
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